Come posso le persone uscire dal limite che loro stese si sono create?
Le persone non si concedono possibilità che non possono comprendere. È un atteggiamento molto comune nella stragrande maggioranza di individui. Ovvero di restare all’interno del proprio cerchio conosciuto. Questo tipo di atteggiamento costringe a non osare, a restare nei limiti disegnati dalla propria capacità ci accettare e comprendere. Tanto è vero che quando poi accade qualcosa che è al di fuori di ciò che siamo predisposti ad accogliere tendiamo a rigettarlo oppure a non considerarlo affatto.
Una delle domande che mi ha sempre assillato è come possono le persone raggiungere nuove consapevolezze, nuove forme di esistere?
Siamo talmente abituati a coesistere con le nostre conoscenze che qualsiasi cosa sia fuori dal nostro raggio di azione e di comprensione non riusciamo a percepirla. Questo meccanismo ci ancora ad essere inchiodati su ciò che crediamo sia vero, ci blocca su quello che non riusciamo a mettere in discussione. Come posso osservare un percorso se nello stesso punto vedo una murata?
Se ciò che non comprendo potrebbe essere utile, cosa mi permetterebbe di superare la mia stessa impossibilità?
A noi manca un ragionamento sano, manca di articolare la logica che ci fa riflettere su come viviamo e come invece desidereremo vivere. Questa distanza che si crea, questa discrepanza mette in atto per forza di cosa nuovi pensieri, nuove congetture, che ci danno un’alternativa, una possibilità. E quando consideriamo una possibilità non ammessa prima nelle nostre possibilità il nostro cervello si attiva per comprendere come può realizzarle, come può attuarle, poi altro consecutivo processo è scegliere se passare all’azione oppure no. Siamo talmente confinati nei nostri recinti che il solo pensiero di aprire il cancello che ci dia la “libertà” ci fa tremare le gambe e ci fa ritornare in gabbia. Siamo cosi abituati a ciò che ci siamo “abituati” che omettiamo di considerare o riconsiderare cose diverse da quelle che già conosciamo. In pratica facciamo accadere le cose che siamo “capaci” di controllare, in pratica stiamo con gente che già ne conosciamo gli atteggiamenti, questo perché il nostro cervello non vuole anomalie, non vuole “pensare”, vuole stare in quella comodità di non doversi sforzare, come quando siamo sul divano guardando la televisione, quando siamo in modalità OFF.
Ora, se abbiamo un po’ di conoscenza e informazioni di questi processi e vogliamo azionare nuove tipologie di comportamento che ci diano nuovi risultati, cosa dobbiamo fare?
Se riconosco che il limite che condiziona i miei (identici e) ripetuti risultati cosa posso fare?
Proprio per questo motivo è nata in senso altamente produttivo e costruttivo la programmazione neuro linguistica (PNL), quando professionisti, terapeuti e matematici si sono organizzati ed hanno studiato quelle persone che per abitudine ottenevano risultati eccezionali (Jhon Grindler – Richard Bandler etc.). Questo ripetere di comportamenti ci fa comprendere che ripetendo alcuni nuovi comportamenti possiamo produrre nuovi risultati.
La difficoltà maggiore a mio avviso non è tanto fare nuove azioni, ma distaccarsi da ciò che ci ha condotto per anni a non ottenere ciò che speravamo. I meccanismi incoscienti, routinari vanno cosi in automatico che abbiamo bisogno di una risvegliata forza risolutrice che ci distanzi dalla persona che eravamo abituati ad essere per cominciare un percorso che ci indirizzi nella direzione di chi vogliamo divenire. E’ difficile? Sicuramente!
Ne consegue qualcosa che ripeto per l’ennesima volta volutamente in questo scritto, che ricalcando i medesimi comportamenti otteniamo i medesimi risultati. Quali sono oggi i tuoi risultati? Quali sono in maniera positiva o negativa quei comportamenti che stanno generando ciò che sta accadendo nella tua vita? Sono Degni di essere copiati per ottenere risultati eccellenti oppure modesti da considerare la possibilità di comprendere nuove prospettive?
Tutto, ma proprio tutto dipende dalla tua stessa volontà. Dal tuo stesso potere che potrebbe condurti al cambiamento. Senza volontà e spirito di sacrificio, senza investire tempo e dedizione sarà impossibile costruire quelle nuove metodologie comportamentali che ci inducano ad osservare nuove azioni che generino nuovi comportamenti.
Sta a te, non dipende da nessuno. Scegliere come hai sempre fatto, oppure mi dissocio da un destino conosciuto per attraversare quella porta che mi potrebbe condure in un luogo diverso da ciò che è gia prestabilito, potrebbe far timore, certo, ma secondo me è molto più avvincente di un presente che non ci affascina.
Se è vero che non bisogna aprire una porta per comprendere che non valeva la pena entrare, ci sono altre porte che nonostante non comprendiamo bene, nonostante sembrino ignote, buie, conservano il “segreto” che alimenta la nostra voglia di scoprire, di reinventarci, di produrre nuovi comportamenti per far fronte ad una nuova conoscenza di se stessi. Un segreto che va al di la di ciò che al momento della scelta possiamo immaginare……le esperienze si alimentano percorrendo la strada non restando a guardare un percorso che non faremo!
Meglio agire, fare, produrre con il rischio che non avvenga ciò che vorremmo che non fare nulla ed esserne sicuri. Solo alimentando la tua capacità di essere avrai la possibilità di comprendere ed osservare da una diversa prospettiva.
Se ti vedi debole, incapace e pensi che il momento non è a tuo favore, è perchè stai osservando un lato che non accetta “POSSIBILITA”!
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